Madonna della Neve
Il santuario della Madonna della Neve è nelle forme
attuali una costruzione della prima metà del XVII
secolo, commissionata al maestro Bernardino Lazzaro
di Val d'Intelvi, ed innalzata sui ripari che
difendevano dal Bogna una precedente più piccola
chiesetta. L'iniquo fiume, che scorreva liberamente
tra il colle di Mattarella ed il borgo, lungo gli
anni aveva accumulato attorno all'edificio sacro una
tal congerie di detriti che bisognava scendere ben
dodici gradini per entrarvi.
L'immagine della
Madonna e del Bambino, che si vede sopra l'altare, è
frescata su un muro fatto di ciottoli di fiume
scarsamente cementati ed appartiene all’oratorio
primitivo; i restauri del 1987 hanno permesso di
leggerne la data: 1372.
L'ancona di legno dorato
e dipinto, che racchiude l’affresco, è opera di
Francesco Tatti (1516) ed è a sua volta contornata
da quella più ampia di Bartolomeo Tiberino di Arona,
del 1632.
Le due grandi tele del presbiterio
sono, a destra, lo sposalizio della Vergine del
pittore fiorentino Luigi Reali, dipinto nel 1639 a
scioglimento di un voto della Comunità domese in
tempo di peste; a sinistra, il quadro di San Biagio
eseguito da un pittore Ferabosco, con l’offerente
Cipriano Capis, morto nel 1638, inginocchiato ai
piedi del Santo.
Sopra la porta d’ingresso,
nell’atrio del Santuario, Carlo Mellerio, pittore di
origine vigezzina, ha frescato (1674) il miracolo
della caduta della neve sul colle Esquilino a Roma.
Il campanile fu innalzato sullo scorcio del XVI
secolo: la prima campana fu alloggiata nel 1596 e
funziona tuttora con le altre due poste
successivamente. Il Santuario è officiato dai Padri
Rosminiani.
Sul piazzale della Madonna della
Neve, nel 1925, presente il re Vittorio Emanuele
III, è stato inaugurato il monumento ai Caduti opera
di Angelo Balzardi (1892- 1974), scultore ossolano
insegnante all'Accademia Albertina di Torino; le tre
statue in bronzo raffigurano il Dolore, il
Sacrificio e la Vittoria.