Repubblica dell'ossola
La mattina del 10 settembre 1944 i partigiani della
'Valtoce' e della 'Valdossola' entrano in
Domodossola, evacuata da tedeschi e da fascisti, e
sono accolti con entusiasmo dalla popolazione. Il
maggiore Superti, in accordo con gli altri
comandanti, ordina la costituzione di una Giunta
Provvisoria di Governo, che si insedia il giorno
successivo. Il 12 settembre la Delegazione del CLNAI
di Lugano ratifica la nomina della Giunta, che ha
eletto Ettore Tibaldi come suo presidente.
La
zona liberata attorno a Domodossola è un triangolo
per due lati delimitato dalla frontiera svizzera e
comprende le vallate dell’Ossola, la Val Cannobina,
l’entroterra verbanese ed una fascia rivierasca del
Lago Maggiore, da Ghiffa a Cannerò, in tutto una
cinquantina di comuni con circa 70.000 abitanti.
Dispone di una buona struttura industriale lungo
l'asse della Toce ed è percorsa dalla strada e dalla
ferrovia del Sempione per le comunicazioni
internazionali, nonché dalla ferrovia 'Vigezzina’
per il collegamento con Locamo ed il canton Ticino.
Con gli alleati si era discusso dell’area come
possibile base di operazioni alle spalle dei
nazifascisti, senza concludere nulla. La liberazione
è avvenuta dopo una serie di azioni militari non
preordinate, condotte dalle varie formazioni nel
corso dell’estate.
Nel breve periodo della sua
esistenza, la Giunta Provvisoria di Governo assicura
lo svolgersi democratico della vita civile ed
amministrativa, nonostante pesanti condizionamenti,
causati soprattutto dalla scarsità di risorse e
dalla costante preoccupazione per la situazione
militare.
A metà ottobre un'offensiva congiunta
di truppe tedesche e di fascisti provoca la caduta
della 'repubblica’ partigiana, che è durata quaranta
giorni: le avanguardie nemiche entrano in
Domodossola nel tardo pomeriggio del giorno 14. 1
componenti della Giunta, la maggioranza delle forze
partigiane ed un buon numero di civili varcano la
frontiera e vivono in svizzera, fino all'aprile
dell'anno successivo, l'esperienza dei campi di
internamento per i rifugiati.